domenica 28 luglio 2019

Articolo scritto da Vincenzo Giardino, noto giornalista di origine partenopeo e già da molti anni vive in Sicilia, ci scrive in merito al commento pubblicato sul profilo di una professoressa che incita all'odio verso il carabiniere ucciso con la seguente frase "- Uno di meno, e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza -". parole che hanno scosso tutto il mondo del web........

                                 LE ABERRAZIONI DELLA LIBERA ESPRESSIONE

Dal profilo fb di una insegnante di Novara è stato pubblicato un post dal contenuto aberrante, riferito all’assassinio del giovane Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega: - Uno di meno, e chiaramente con sguardo poco intelligente-.
La tizia, della quale non ci interessa fare il nome, si è immediatamente scusata per averlo scritto facendo poi sparire il suo profilo, secondo alcune fonti verrà avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti da parte del Provveditorato agli studi del Piemonte (è auspicabile che venga rimossa dall’incarico).
Questo episodio porta inevitabilmente a riflessione e analisi sul sistema sociale Italiano.
Da una parte abbiamo un Carabiniere assassinato che rappresenta la Difesa dei cittadini e dall’altra un’Insegnante che rappresenta l’Istruzione dei cittadini di domani.
Quando avvengono episodi come questi è segno che viviamo in una società malata, una società che ha bisogno assoluto di ritrovare i propri valori e i punti fermi per garantire un futuro civile alle prossime generazioni.
Le scuole italiane in passato si sono sempre distinte, rispetto al resto d’Europa, per aver formato giovani con una profonda cultura umanistica grazie anche ad una illuminata riforma che portava la firma del filosofo Giovanni Gentile, applicata dal 1923 e stravolta totalmente in questi ultimi decenni.
Nessun altra riforma sulla scuola ha avuto lo stesso spessore, le ultime sono state tutte inficiate dal riformismo politicizzato con i risultati che ne conseguono.
Quale futuro si prospetta a giovani formati da una categoria di insegnati che spesso cova frustrazioni ideologiche che si manifestano con derive giacobine?
Agli insegnati è demandato il compito svolgere il loro mandato con neutralità rispetto alla politicizzazione così esasperatamente diffusa in questi ultimi tempi.
A questa insegnate sfugge che il ’68 è finito da un pezzo, schiacciato dalle sue stesse contraddizioni e criticato spesso dai suoi stessi sostenitori, uno su tutti Pasolini con il messaggio forte che si evince dalla poesia su “I fatti di valle Giulia”.
L’appello a questa insegnante è che (se non verrà licenziata) continui ad assolvere il suo mandato con la coscienza della madre di famiglia, cibando i suoi alunni con la cultura e con gli elementi di una educazione civica di cui la società italiana ha un estremo bisogno.
Lasci riposare in pace l’Eroe che ha immolato la sua vita per la difesa di tanti cittadini (lei compresa) e se le capiterà di incrociare lo sguardo di un Carabiniere, si sforzi di guardare dietro i suoi occhi, si sforzi di capire le motivazioni di questi uomini e donne che sono pronti ad immolare la loro vita nello svolgimento dei propri compiti.
Giornalista Pubblicista Vincenzo Giardino

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