A VETRALLA “ IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE
VOLTE”
Parafrasando
il titolo del famoso film, si vuole denunciare il caos sulla toponomastica e
sui numeri civici delle strade di Vetralla, con la prima conseguenza delle
difficoltà per effettuare un corretto servizio postale.
Nei
giorni nostri, la notevole fluttuazione del personale con mansioni di
portalettere, non consente di effetuare un corretto servizio se non ci sono le
giuste indicazioni sulla corrispondenza. Molti cittadini sono ufficialmente
ignari del cambio della toponomastica e dei numeri civici, pertanto chi
spedisce, non avendo ricevuto notizia sulle variazioni, continua ad inviare
corrispondenza ai vecchi indirizzi con le conseguenze che si possono
immaginare: bollettini di utenze che arrivano in ritardo, comunicazioni con
scadenze importanti che vengono recapitate oltre i termini, etc.
L'ufficio
preposto al Comune in quale forma ha informato i cittadini?
Lo
ha fatto solo sul sito del Comune di Vetralla?
Quanti
cittadini sono in grado di apprendere informazioni importanti attraverso il
sito?
Ad
oggi non risulta esserci mai stata alcuna informativa pubblica e capillare da
parte del Comune che consentisse di apprendere queste importanti variazioni!
Quantomeno
si sarebbe dovuto affiggere, in ogni strada che ha subìto variazioni, un
cartello che informasse i cittadini residenti sul cambio della toponomastica e
del numero civico.
I
vecchi portalettere, che conoscevano a menadito le persone e le ubicazioni
delle strade in cui abitavano, non avevano di questi problemi per recapitare la
posta nei tempi e alle persone giuste, in quanto lavoravano per anni negli
stessi quartieri, ma quei signori ormai sono in pensione da tempo.
Meglio
ancora i piccioni viaggiatori che senza “saper leggere o scrivere” la posta la portavano
sempre a destinazione imparando istintivamente i percosi.
Sarebbe
opportuno ricordare ai sigg. amministratori del Comune che anche a Vetralla
siamo nel Terzo Millennio e che anche i navigatori satellitari hanno bisogno
delle giuste coordinate per portarci a destinazione.
Gennaro
Giardino
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